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Le direttive europee prevedono emissioni zero per i nuovi edifici e la riduzione dei consumi energetici per gli edifici che vengono ristrutturati.
Per la svolta energetica ogni Stato membro dell’Unione Europea si dovrà impegnare a ridurre l’impatto ambientale dei propri edifici e adottare misure per migliorare la loro efficienza energetica.
L’obiettivo è riduzione del 16% dei consumi energetici entro il 2030 e ad un traguardo molto più ambizioso prefissato nel 2050, con un patrimonio edilizio a zero emissioni.
Il traguardo deve garantire almeno il 55% di riduzione dei consumi energetici primari mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali aventi prestazioni energetiche basse.
Al momento non sono previste sanzioni a livello europeo, ma questo non vieta ad ogni singolo Stato di introdurre multe ai proprietari degli immobili che non si adeguano alla direttiva.
Con l’introduzione dell’incentivo Superbonus al 110% si puntava a ristrutturare ed efficientare energeticamente una buona fetta del patrimonio edilizio italiano, misura introdotta sotto forma di credito cedibile il 19 Maggio 2020 dal Governo.
Il Superbonus è costato allo stato 123 miliardi di euro (rispetto ai 67 miliardi previsti). Si tratta del bonus edilizio più dispendioso della storia.
I benefici del Superbonus sono serviti a ristrutturare all’incirca 480 mila edifici, di cui 121 mila condomini. In sostanza è stato ristrutturato poco meno del 4% degli edifici residenziali e circa il 6% dei condomini.